Connessione è una linea infinita che collega l’uno all’altro.
Connessione è un abbraccio sognato, una porta aperta nel cuore, un momento epocale di passaggio condiviso, un silenzio pieno, un vagare con la fantasia verso una qualsiasi direzione per poter incontrare gli occhi, la voce, le mani o la sola presenza di chi non c’è più. Connessione è osservare la natura e “sentire” oltre le nostre finestre.
Connessione è una veduta veneziana, dove l’occhio percepisce un punto di incontro. Sarà vero o è solo una prospettiva azzardata e liberamente interpretata? Poco importa. La connessione diventa concreta a partire dalla nostra volontà. Come vogliamo vedere, come vogliamo sentire. Come. Come e ancora come. Tutto può separarsi e tutto può unirsi. Dipende da come vogliamo vedere le cose. Soltanto noi possiamo decidere chi essere veramente sotto la nostra maschera. Ancora noi.
Per “Connessioni” ho voluto coinvolgere Marco Muzzolon che racconta, con un linguaggio diverso dal mio, l’importanza delle relazioni, l’essenza e l’essenziale che, anche in un momento di sospensione, sono alimentate dal sogno e dal gioco. L’ho voluto coinvolgere per la sua poetica, a mio avviso indiscutibile e vicina al mio spirito per la sua delicatezza.
E ho coinvolto Marco non casualmente, ma perché con lui ho condiviso per tanti anni e per tanti spettacoli, l’esperienza lavorativa del teatro. Teatro…teatro che è per sua stessa natura “connessione”. Connessioni concrete che riportano in luce momenti del passato, connessioni concrete che vivono il presente e connessioni che spingono a uno sguardo sul futuro.
Ciò che conta, alla fine, è ciò che vogliamo essere, ciò che vogliamo sentire nel gioco serio e leggero della vita.
Antonella Vitali